Il diciottenne bussa alle porte della Top 100

Shang Juncheng ha iniziato la stagione nel miglior modo possibile. Allora 17enne, la star cinese della #NextGenATP si è qualificato per la prima volta nel main draw di uno Slam all'Australian Open e ha anche superato il primo turno. Il mancino viaggiava come un treno e scalava posizioni nei Pepperstone ATP Rankings.

Ma nelle settimane successive, il treno di Shang si è fermato di botto a causa della mononucleosi. "Stai facendo qualcosa che ami ogni giorni, e all'improvviso non puoi più farla. Non credo sia la sensazione migliore per tre o quattro mesi" ha detto Shang ad ATPTour.com durante il Mubadala Citi DC Open. "Ma ho superato quel periodo, mi sono spinto a reagire, il mio team e le persone che mi sono vicine mi hanno aiutato, e ora siamo di nuovo nel Tour".

Dopo l'exploit a Melbourne, Shang ha vinto solo una partita nel circuito ATP fino al Roland Garros. E dalla seconda metà di aprile fino allo Slam su terra rossa non ha proprio giocato: è rimasto in Florida per recuperare.

"Per la maggior parte del tempo, mi sentivo molto annoiato. Guardavo gli altri competere in tv. Ma è stato anche divertente, ho imparato molto - ha detto Shang -. Soprattutto, quasi ogni giorno andavo a giocare a golf. E' uno dei momenti migliori per farlo, nel tempo libero".

A Shang, però, mancava soprattutto il tennis. Il fuoco della competizione gli bruciava dentro. L'esperto coach Dante Bottini, che ha lavorato con top player come Kei Nishikori e Grigor Dimitrov, ha iniziato a seguire Shang nella scorsa offseason. L'argentino ha imparato subito quanto il teenager ami il tennis.

"Non riesce a stare fermo. Gli ho detto tante volte: prenditi qualche giorno per staccare, non fare niente. Ma va a giocare a golf, o fa qualche scambio con il padre o la madre - ha detto Bottini -. Adora il tennis, questo è certo. Segue i risultati, i giocatori. E adora giocare, ecco perché dopo la malattia non vedeva l'ora di tornare presto".

A gennaio, Shang volava più alto che mai. Ma nonostante la mononucleosi non ha mai perso la motivazione. Ha sfruttato al meglio il tempo trascorso a casa per lavorare con il suo team e prepararsi per il rientro nel circuito.

"Dopo l'Australia stavo giocando benissimo, in campo mi sentivo molto fiducioso. So quello di cui sono capace - ha detto Shang -. Perciò durante la mia assenza non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarei tornato a giocare a quel livello".

Riuscire a tornare per il Roland Garros, dove ha superato le qualificazioni, è stata una grande vittoria per Shang dal punto di vista fisico e mentale. Il teenager ha vinto i primi due set contro il peruviano Juan Pablo Varillas ma ha subito la sua rimonta. Comunque, il suo tennis era di nuovo lì.

Tra il Roland Garros e Wimbledon ha vinto sette partite su nove nei Challenger sull'erba, prima di perdere nelle qualificazioni dei Championships al termine di un match tirato contro Matteo Arnaldi, allora numero 80 del mondo.

Poi ha raggiunto la semifinale in un Challenger a Chicago, sconfitto da uno dei giocatori più caldi dell'estate, il teenager statunitense Alex Michelsen, in tre set. All'Atlanta Open, nel suo primo ATP 250, ha battuto Ben Shelton prima di cedere contro l'ex numero 4 del mondo Nishikori con cui si è allenato a Bradenton.

"Con Ben abbiamo giocato fin da quando avevamo 12 o 13 anni, è stata una bella partita. Ben è una persona straordinaria e un giocatore eccezionale - ha detto Shang -. Poi affrontare Kei Nishikori al secondo turno del mio primo ATP 250 è stato incredibile. Kei mi ha insegnato tantissimo in allenamento, è una persona eccezionale, sono felice che sia di nuovo nel circuito e che io abbia avuto la possibilità di incontrarlo".

Bottini ha aggiunto un ulteriore dettaglio sui recenti successi di Shang. "Non abbiamo molto tempo per prepararci, per fare lavoro atletico come mi sarebbe piaciuto. Ma è un bel problema da avere, perché vuol dire che sta vincendo partite".

Shang è grato di poter competere in alcuni dei più grandi tornei del circuito. A Washington ha vinto tre partite per entrare nel main draw dell'ATP 500 e ha raggiunto gli ottavi di finale, fermato da Frances Tiafoe non prima di essersi preso la rivincita su Shelton. 

"E' sempre bello poter giocare tornei, poi questi ATP 250 e ATP 500 sono ottimi tornei. Non vedo l'ora di giocare il mio primo US Open da professionista - ha detto Shang -. E naturalmente, nella parte finale di stagione, sarà bellissimo poter giocare per me in Cina, di nuovo davanti al pubblico di casa".

Per ora Shang, che il 31 luglio ha toccato il best ranking di numero 149, è concentrato soprattutto sul presente. Vuole ricavare il massimo dal suo impegno in canpo e dal processo necessario a migliorarsi.

"Sta assorbendo tutto, tutte le informazioni che gli sto dando e alcune delle storie, dei momenti che ho passato con i giocatori con cui ho lavorato in passato - ha detto Bottini -. Penso che sia contento. Quando gli racconto qualcosa, vedo che spalanca gli occhi, si vede che vuole ascoltare. E' bello, e spero che un giorno potremo raccontare ad altri la nostra storia".